Primarie Pd, il successo di Renzi in provincia di Teramo sfiora il 73%

TERAMO – Le Primarie del Pd hanno sancito la netta vittoria del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, avanti a tutti con il 67,9% delle preferenze, contro il 18% di Gianni Cuperlo e il 14,3% per cento di Pippo Civati. In provincia di Teramo Renzi ha ottenuto il 72,9% dei consensi (10318 voti), oltre il dato della media nazionale, mentre Cuperlo ha avuto il 14,4 %  (2047 voti) e Civati il 12,5% (1781 voti). Questi sono stati invece i risultati definitivi per il capoluogo teramano: Renzi 69,4% (1608 voti), Civati 16,7 (388 voti), Cuperlo 13,8% (320 voti). Exploit di Renzi anche a Giulianova, dove il sindaco Mastromauro si è speso energicamente a favore del "rottamatore": qui Renzi ha ottenuto 1115 voti contro i 138 di Cuperlo e i 124 di Civati. Particolare al contrario il risultato ottenuto in altri due Comuni: Cuperlo ha vinto su Renzi a Campli (per un voto di differenza) e a Cortino (con 7 voti di differenza), Comune guidato dal segretario Minosse che cosi ha commentato il risultato: "Una esplosione di democrazia, un risultato scontato ma che inorgoglisce per la scintilla che i cittadini hanno acceso dimostrando la voglia di partecipare". A livello locale questo cambierà qualcosa negli equilibri? "Assolutamente no – ha dichiarato Minosse – il congresso provinciale si è concluso da poche settimane e ha sancito un risultato che non è in antitesi o in contrapposizione a una componente. Lavoriamo tutti nello stesso partito, sono dinamiche diverse e d’altronde molti delegati che mi hanno sostenuto al congresso provinciale sono gli stessi che poi hanno votato Renzi al nazionale. Sono sicuro che lavoreremo insieme compatti". Di diverso avviso il coordinatore dei circoli di Renzi, Vincenzo Di Marco: "In Abruzzo e a Teramo speciamente abbiamo ottenuto un risultato strepitoso, ben oltre la media nazionale. Siamo di fronte a una piena legittimazione, a una nuova classe dirigente e a una nuova linea politica. I cittadini, messi in condizione di scegliere liberamente, hanno fatto sentire la loro voce. Credo che questo dato debba aprire una riflessione anche a livello provinciale rispetto alla proposta politica che è emersa nell’ultimo congresso e che qualcosa dovrà cambiare".